l' Umbria e il Lazio sono già state percosse dalla pioggia e ora rimangono solo le Marche;prende la rincorsa, ormai l'unico ostacolo che separa lui, vento dell'ovest dal suo obbiettivo è l'appennino,e via la sua carica si infrange contro la catena montuosa;parte dei suoi nuvoloni vengono fermati , ma i rimanenti superano le montagne e riversano la loro rabbia sui paesi ai loro piedi;tra cui un piccolo paesino chiamato Sassoferrato.
Sassoferrato è diviso in due parti borgo e castello; la cittadina non ha mai avuto un'importanza strategica ne economica, per i popoli che l' hanno dominato:dai romani fino ai nazisti.
é appollaiato su di una collina, col tempo le case sono scese e si sono allargate intorno al corso dei tre fiumi.
La nostra passeggiata ha inizio dalla roccaforte della città, ora degradata da struttura difensiva a serbatoio idrico, in cima alla quale si può vedere sia il paese che le frazioni vicine.
La rocca risale intorno al 1360 ed è stata fatta costruire dal cardinale Albornoz sotto la dominazione papale.
Scendendo per una via claustrofobica chiusa ai lati ,si arriva nella piazza del comune ricoperta da ciottoli; qui la gente sta correndo cercando di schivare inutilmente la pioggia.
Proseguendo per le strette vie medioevali si arriva alla strada principale che collega il castello al borgo.
Il borgo fu fondato dai cagliesi, fuggiti dal loro paese di origine, verso il 1300; questa parte della città si estende lungo una strada provinciale.
I tre fiumi rumoreggiano come cavalli imbizzarriti sotto i miei piedi mentre mi sto avvicinando alla chiesa di s.Maria
La pioggia batte sulle tegole della vecchia chiesa la facciata è corrosa dal tempo e dalle intemperie ma dentro è ancora rimasto il suo fascino di un tempo.
Lasciamo la chiesa per incamminarci verso un fermata del pullman,lungo la strada la gente corre cercando di riparasi la testa con giornali ,dei ragazzini si affacciano alla finestra delusi perché ora non potranno più andare a giocare fuori, dei vecchi sono seduti fuori in un tavolo del bar sotto un gazebo.
Mi incammino per una strada di campagna la vedo ora la chiesa di S.croce lì arroccata su di una collina.
Un pullman passa ci saliamo sopra, il bus è pieno ;riusciamo a trovare i posti e ci sediamo; delle ragazze al mio fianco stanno parlando di moda mentre una vecchio si sta lamentando con sua moglie perché lei ecologista non ha voluto prendere la macchina.
il pullman ci riporta verso casa.
Guardo fuori dal finestrino e vedo passarmi davanti la città:sassoferrato,dove la globalizzazione ha creato un ansa,deviando, non invadendo ancora questi luoghi