domenica 17 febbraio 2008

Al rogo gli inceneritori

Cammino per le vie cittadine il sole fa capolino dietro ai monti e la nebbia mattutina aleggia nell'aria;le strade sono ancora deserte tranne che per qualche camion. I bar hanno aperto da poco,l'odore di paste appena sfornate e dei primi caffè inebria l'aria; delle risate proveninti dalla porta del bar di fronte a me squarciano questa atmosfera di calma. Lascio la piazza per raggiungere il ponte; l'aria è fresca e una brezza leggera mi accarezza i capelli,la cascata ,che unisce i tre fiumi che attraversano la città, scroscia sotto i miei piedi. Me ne vado via da lì all' arrivo delle prime macchine per dirigermi verso la campagna;l'erba nei campi è di un verde acceso e la rugiada bagna ancora i fili d'erba. Osservo quella vasta zona verde e penso come sia possibile che il comune voglia distruggere questi campi per costruirci un TEMOVALORIZZATORE!

Grande parola questa termovalorizzatore inventata, tanto quanto l'operatore ecologico che ha soppiantato il netturbino, o il personale parascolastico per bidello. Come se di quei termini italiani ci dovessimo vergognare, mentre il burocratese di oggi magari serve a far credere chissà quali cose. Termovalorizzare,ma in verità non valorizza niente:ne territorio ne il nostro benessere. L'inceneritore però ci toglie un peso di più; un peso che sta funestando in questi giorni una città che tutto il mondo ci invidia cioè Napoli. Però l'inceneritore brucia il rifiuto producendo gravi rischi alla salute umana. Allora molti diranno e come si fà a dissolvere tutta questa immondizzia? A questa domanda a già risposto Paul Connet professore di chimica presso New York :





Speriamo che i politici sappiano già queste cose e che valutino, con il loro buonsenso, tutte le possibilità prima di avviare i processi costruttivi degli inceneritori.

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